Mercanteinfiera racconta la storia del genio di Olivetti e i migranti italiani in America, gli “Italiani macaroni”
(Parma, 16 dicembre 2021) – E’ con uno sguardo tutto rivolto al ‘900 che apre dal 12 al 20 marzo Mercanteinfiera, l’appuntamento di antiquariato, design storico e collezionismo vintage di Fiere di Parma.
Ad inaugurare la 26ma edizione, due mostre collaterali dal titolo “Partivano i bastimenti. Home sweet home America” e “Olivetti #StoriadiInnovazione”. Storie diverse ma che hanno in comune la dimensione del sogno: quello degli oltre 14 milioni di italiani che a inizio secolo si imbarcavano verso il Nuovo Mondo e quello di un uomo, Adriano Olivetti che ambiva a un modello economico-industriale fondato su solidarietà, responsabilità, giustizia e umanità.
“A guidarmi nella scelta delle mostre due obiettivi diversi – afferma Ilaria Dazzi Exhibition Director di Mercanteinfiera. Da un lato contribuire ad un comune senso di memoria civile perchè le storie delle migrazioni di ieri sono in fondo le stesse che vediamo oggi, stesse paure, stesse speranze e stessi sentimenti. Dall’altro accendere un faro su un genio del design, e non solo, di cui non si parla mai abbastanza che ha saputo innovare l’industria italiana. Mercanteinfiera, senza abdicare alla sua vocazione al business, vuole essere da tempo un luogo dove allenare creatività, fantasia ma anche la riflessione. Accogliamo appassionati dell’arte ma ci impegniamo affinché a varcare i cancelli di uscita siano cittadini più consapevoli”.
Le mostre collaterali in programma (pad 4.)
“Partivano i bastimenti. Home sweet home America” è curata da Massimo Cutò, giornalista e collezionista, e racconta il viaggio dei migranti italiani che ai primi del ‘900 si imbarcavano per l’America con le grandi compagnie – Navigazione generale italiana, Lloyd Italiano, Fabre Line, solo per citarne alcune.
Si va dai poster delle eleganti navi fumiganti spediti mensilmente alle curie e agli uffici comunali che pubblicizzavano le nuove rotte, alle réclame dei prodotti italiani già simbolo di un pionieristico “Made in Italy”; dalle suggestive foto di famiglia incorniciate tra le due bandiere a suggello dell’integrazione nel Nuovo Mondo, allo sgabello da sciuscià, lustrascarpe, umile destino di molti italiani macaroni (termine popolare con quale venivano chiamati gli italiani). E poi coccarde, le temutissime schede sanitarie di Ellis Island che decretavano l’inizio o la fine del sogno e le musiche malinconiche per una patria ormai lontana.
“Olivetti #StoriadiInnovazione” è invece il titolo della mostra realizzata in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea.
Un percorso distinto in tre tappe – macchine da scrivere, macchine da calcolo, pc stampanti e registratori di cassa – che vuole essere una riflessione sul concetto di design secondo Adriano Olivetti: non soltanto una cipria da mettere sopra il prodotto per vendere di più, quanto metafora di responsabilità verso l’ambiente, la gente, verso il destino del prodotto e della società.
In esposizione si potranno così trovare i modelli M40 e Lettera 22, la macchina da scrivere portatile che ha conquistato grandi giornalisti e scrittori da Indro Montanelli a Oriana Fallaci, da Enzo Biagi a Ernest Hemingway.
E poi la Olivetti Valentine nata nel 1968 dal progetto di Ettore Sottsass e Perry A.King, le macchine da calcolo Divisumma 24 e 18, Summa 19 e Programma 101 il calcolatore da tavolo ritenuto da una parte della storiografia informatica il primo vero personal computer della storia.
Restano però antiquariato, design d’autore e collezionismo vintage gli indiscussi marchi di fabbrica di Mercanteinfiera: in 40 mila mq di superficie espositiva sfilerà tutta la storia dell’arte dal ‘600 al 900, dal Barocco al Classicismo, dal Romanticismo al Realismo all’Art Deco fino a sconfinare nel mondo delle rarità. Dove non è inusuale trovare accanto a un antico orologio Cartel del 1800 firmato da Antoine Thiout Paris, un ricercato visore stereoscopico dei primi del 900 per vedere le cartoline in tridimesionale, un quadro del dissacrante performance artist austriaco Herman Nitsch o di Luciano Lutring, pittore e criminale. Noto negli anni ‘60 come il “solista del mitra” per la sua abitudine a nascondere nella custodia di un vìolino le sue armi, affiancó alla carriera di fuorilegge quella di artista.
Tante poi le griffe dell’orologeria (Rolex, Patek Philippe,Audemars Piguet, IWC ecc…), della moda vintage e del design storico: Gio Ponti, Colombo, Fornasetti Arne Jacobsen, Gio Vanetti o Gaetano Pesce. Quattro padiglioni di oggetti iconici del passato, espressione di grandi avventure ideative e produttive entrate nelle nostre case trasformandole. Come continuano a fare oggi grazie, anche, a Mercanteinfiera.